
Rischio guerra in Europa – Il capo di Stato Maggiore francese avverte: ““Un’Europa indebolita può diventare un animale braccato”

Rischio guerra in Europa: l’avvertimento del capo di Stato Maggiore francese.
Il generale Thierry Burkhard, che a fine mese lascerà l’incarico di Capo di Stato Maggiore della Difesa francese, ha lanciato un appello che suona come un vero avvertimento all’Europa: senza un rafforzamento della propria capacità di difesa, l’Unione rischia di trasformarsi in una preda facile nello scenario internazionale. Secondo il generale, il problema non riguarda soltanto le armi, ma soprattutto la mentalità: la politica e le opinioni pubbliche europee tendono a sottovalutare il ritorno della violenza come strumento ordinario delle relazioni tra Stati.
Mentre potenze come Russia, Cina, Iran e Corea del Nord consolidano le rispettive sfere d’influenza, e gli Stati Uniti chiedono con insistenza a Bruxelles più autonomia e responsabilità, il vecchio continente resta segnato da divisioni interne che ne limitano il peso politico. A suo giudizio, la mancanza di una visione unitaria è il principale pericolo: Paesi come l’Estonia percepiscono la minaccia russa in modo molto diverso rispetto al Portogallo, e anche la questione delle spese militari in ambito NATO continua a creare attriti.
“Burkhard – spiega l’analista ed esperto di Geopolitica Andrea Muratore – ” lega inoltre la riflessione europea al tema ucraino: il futuro dell’indipendenza di Kiev e le garanzie di sicurezza da offrirle dipenderanno anche dalla capacità dell’Europa di mostrare determinazione, senza affidarsi interamente alla copertura americana. “Fornire garanzie significa spesso assumersi dei rischi”, sottolinea, ricordando che il prezzo della libertà e dell’indipendenza non può essere scaricato su altri. Il generale – aggiuneg Muratore – ” introduce infine una distinzione cruciale: le “guerre scelte” (Iraq, Afghanistan, Mali), in cui l’Occidente dettava tempi e limiti dell’impegno, e le “guerre imposte”, come quella in Ucraina, che diventano conflitti esistenziali, senza alternative alla sopravvivenza. È in questo secondo scenario che l’Europa deve ripensare la propria postura strategica, combinando armi avanzate con capacità di logoramento a basso costo, per garantire resilienza sul lungo periodo.
“Il messaggio di Burkhard è netto: la difesa europea non può più essere un capitolo secondario dell’agenda politica. Senza una solidarietà strategica forte e visibile, l’Europa rischia di scivolare nell’irrilevanza, diventando terreno di conquista – non solo militare, ma economica, tecnologica e culturale”.