
Scuola Santissima Annunziata di Rivarolo bocciata dal ministero – Docenti non abilitati e tanti senza stipendio. Il caso
A Rivarolo Canavese, la scuola paritaria Santissima Annunziata è ormai diventata il simbolo di un sistema educativo che non funziona più.
Un istituto che formalmente esiste, ma che nella sostanza non insegna, non paga e non garantisce più nulla. Da tempo si parla di ristrutturazioni e rilanci, ma dietro le parole si nascondono bilanci in profondo rosso e una gestione sempre più confusa.
Il quadro economico è disastroso: solo a inizio ottobre la cooperativa che gestisce la scuola, “La Risposta”, ha mostrato ai soci un documento contabile provvisorio che segna un passivo di 90 mila euro, destinato però a raddoppiare se si considerano i debiti pendenti. Eppure, appena due anni fa, l’istituto vantava un patrimonio solido e bilanci positivi. Poi è arrivata la crisi, innescata da un’ispezione ministeriale che ha scoperto insegnanti privi di abilitazione e gravi irregolarità amministrative.
La conseguenza è stata immediata: revoca della parità scolastica, perdita dei contributi pubblici e valanga di problemi. Gli stipendi dei docenti non vengono pagati regolarmente, diversi genitori chiedono la restituzione delle rette e i fornitori restano senza risposte. Nel frattempo, la Diocesi di Ivrea, proprietaria dell’immobile, ha preso le distanze e appare più interessata a chiudere i conti che a garantire continuità educativa.
“Ma non è solo una questione di soldi – informa il quotidiano La Voce, che analizza la situazione – ” È una questione di metodo, di responsabilità, di verità. Dentro la cooperativa – “La Risposta”, un nome che oggi suona come una beffa – si erano infatti formate due fazioni: i titolati e i non titolati. I primi, con i requisiti per insegnare; i secondi, no. E come nelle migliori tradizioni italiane, a vincere sono stati i secondi. Così, quando nel febbraio 2023 si doveva scegliere il nuovo presidente, la figura del professor Alberto Turigliatto – una vita tra scuole medie, superiori e università – venne scartata in favore del signor Gabriele Cibrario Rossi, che di scolastico aveva poco più che l’indirizzo email. Alla vicepresidenza, la dottoressa Valeria Orso Manzonetta, la stessa che sarà poi protagonista della relazione ispettiva ministeriale. E che cosa racconta quella relazione che siamo riusciti ad avere per vie non tanto traverse? Racconta un istituto allo sbando. “Durante la visita del 22 gennaio 2025 – si legge nel verbale – sono stati richiesti i fascicoli del personale docente ed ATA. Gli stessi, contenuti in idonei faldoni, sono risultati incompleti. I contratti presentati riguardavano solo i docenti della scuola dell’infanzia.”
“Per i docenti delle altre sezioni risultavano mancanti o inesistenti i requisiti per l’accesso alla professione docente – scrive Liborio La Mattina su La Voce – “” Più avanti: “La prof.ssa Orso Manzonetta Valeria è stata nominata Coordinatore didattico della scuola secondaria di I e II grado con decorrenza 1° agosto 2023, ma durante il periodo di aspettativa non è stata sostituita. Si ritiene pertanto che nell’a.s. 2023/24 l’Istituto abbia operato senza Coordinatore didattico.” E ancora: “Le docenti di scuola dell’infanzia Camagna, Castagno, Gobbo, Mussetti svolgono attività di insegnamento senza i prescritti titoli previsti dalle norme vigenti. […] Le docenti Guccione e Marchetti, assunte a tempo indeterminato, risultano anch’esse prive di abilitazione. […] Le docenti Jdhi, Lamenta (sostegno) e Visaggio, assunte a tempo determinato, svolgono attività di insegnamento senza i prescritti titoli previsti dalle norme vigenti.” In un Paese normale, basterebbe un solo punto di quel documento per fermare tutto. E invece, qui, non solo non si è fermato nulla: si è andati avanti come se niente fosse. studenti L’istituto ha proseguito l’anno scolastico con due o tre alunni per classe, migliaia di euro di debiti, e – ciliegina sulla torta – premi assicurativi scaduti. Già, scaduti. Per la cronaca da oggi! Risultato: bambini, insegnanti e personale senza copertura assicurativa. Una scuola senza parità, senza preside, senza contabilità e senza assicurazione. L’immagine perfetta dell’Italia amministrativa che si rifiuta di guardarsi allo specchio. Nell’ultima assemblea dei soci – quella del 3 ottobre – poi, è arrivato il colpo di scena. Poiché la Diocesi di Ivrea che aveva già inviato la risoluzione del contratto di comodato e che s’era impegnata a discutere un nuovo affidamento dei locali alla società Coros Scuole Srl non si è ancora vista all’orizzonte, quelli della Cooperativa l’8 ottobre, hanno inviato una pec per dire che “la situazione economica della cooperativa non permette di garantire ancora per molto la continuità. Si richiede con urgenza di conoscere le determinazioni di Coros in merito al personale docente e ATA ancora in servizio.” La stessa PEC fa riferimento a “gravi problematiche legate alla sostenibilità economica” e al rischio concreto che la cooperativa non riesca più a pagare nemmeno le utenze. Insomma un dramma da qualunque parti lo si guardi… Eppure, anche di fronte a queste parole, nessuno ha il coraggio di dire la frase più semplice: “È finita…”. C’è ancora chi parla di “ripartenza”. Ma ripartenza di che cosa. C’è infatti un problema fino ad oggi sottovalutato ed è l’edificio stesso – come certificato dall’ASL – che necessita di centinaia di migliaia di euro di lavori di adeguamento? Se ci stai dentro vai avanti con i rimproveri ma vai avanti. Se arriva un nuovo gestore devi prima sistemare tutto: serramenti, pavimenti, servizi igienici”.