
Spaccio nel carcere di Velletri: la droga veniva nascosta nella mortadella

Un’operazione congiunta dei carabinieri di Velletri e del comando provinciale di Roma ha smantellato un vasto traffico di droga all’interno del carcere di Velletri, trasformato in una vera e propria centrale di spaccio con un giro d’affari stimato in oltre 100mila euro in pochi mesi. Dieci le persone arrestate: nove sono finite in cella e una ai domiciliari. Tra loro, cinque italiani, due marocchini, un nigeriano, una moldava e una romena. Alcuni erano già detenuti, altri liberi ma in contatto diretto con la rete criminale interna.
Le indagini, iniziate a settembre 2024 dopo il sequestro di stupefacente nascosto nelle suole delle scarpe di un detenuto, hanno svelato una rete organizzata con complici insospettabili, tra cui un religioso. Cocaina e hashish venivano introdotti con metodi ingegnosi: nascosti in biscotti, fettine panate, mortadella, bresaola e altri generi alimentari inviati dai familiari; lanci notturni oltre le mura del carcere, recuperati da complici; pacchi camuffati con oggetti di uso comune. Il pagamento avveniva tramite ricariche su carte prepagate intestate a prestanome. In caso di ritardi, scattavano minacce e estorsioni.
Tra i principali indagati figura Mounir Abdellah, ritenuto specializzato nell’introduzione di cocaina nell’istituto penitenziario, e la coppia Danilo Padula ed El Hou Sofiane, accusata di aver estorto denaro a un detenuto sotto minaccia di violenza. Le intercettazioni hanno rivelato contatti continui tra i componenti della rete e un flusso costante di droga, con telefoni cellulari introdotti illegalmente per coordinare consegne, gestire il denaro e intimidire i familiari delle vittime di estorsioni. Il giro, in pochi mesi, aveva alterato equilibri e poteri interni al carcere
Il blitz ha portato al sequestro di tre cellulari, un microtelefono, caricatori artigianali e auricolari. L’inchiesta si inserisce in un filone già noto: nel maggio 2024 un’operazione simile aveva portato all’arresto di 33 persone, mentre a marzo tre uomini erano stati sorpresi a lanciare droga da terreni agricoli confinanti, utilizzando persino un frigorifero come deposito. Tra gli indagati più recenti figura Umberto Iacomussi, già noto per precedenti legati a droga, truffa, appropriazione indebita, tentata rapina e lesioni. Le indagini confermano che il traffico di droga nelle carceri del Lazio resta un fenomeno radicato e in continua evoluzione.