
Spiagge semi vuote e ombrelloni chiusi – In Italia un crollo del 30% delle presenze. “Colpa dei prezzi stellari”

Luglio 2025 è stato un mese difficile per il turismo balneare italiano, con spiagge insolitamente vuote e ombrelloni chiusi in piena alta stagione. Secondo l’Osservatorio di Assobalneari-Confcommercio, si è registrato un crollo delle presenze fino al 30% rispetto al 2024, un dato che fotografa una stagione turistica decisamente negativa per molte località di mare, da nord a sud del Paese.
Il problema principale sembra essere l’aumento dei prezzi, giudicato insostenibile da molte famiglie. I rincari su lettini, ombrelloni, ristorazione e servizi vari hanno spinto molti italiani a rinunciare alle vacanze al mare, o a limitarsi a brevi visite solo nei fine settimana. Lo confermano anche le dichiarazioni dei gestori dei lidi, che parlano di una stagione compromessa e di afflussi consistenti solo la domenica, ma insufficienti per coprire i costi di gestione.
Fabrizio Licordari, presidente nazionale di Assobalneari Italia – Federturismo Confindustria, ha sottolineato che il calo è generalizzato, anche se con differenze da regione a regione: Liguria, Abruzzo, Emilia Romagna e Calabria risultano particolarmente penalizzate. Il fenomeno non riguarda solo le spiagge a pagamento, ma l’intero indotto turistico costiero, con effetti negativi sull’economia locale.
Accanto alla denuncia del caro prezzi, il Codacons attacca i gestori, accusandoli di aver spinto le tariffe a livelli insostenibili: secondo dati Istat, dal 2019 i prezzi dei servizi balneari sono aumentati del 32,7%.
Alcuni esempi riportati evidenziano situazioni estreme: tende di lusso che costano fino a 1.500 euro al giorno in Versilia o postazioni fronte mare da oltre 500 euro.
“Assobalneari, dal canto suo – come riporta Il Messaggero – ” afferma di aver dato indicazione chiara ai propri associati sin dall’inizio della stagione di non aumentare le tariffe rispetto all’anno scorso proprio per venire incontro alle difficoltà delle famiglie. «Sul territorio nazionale esistono stabilimenti balneari per tutte le fasce di reddito: dal servizio essenziale alla struttura superattrezzata» ricorda il presidente Licordari, che sottolinea anche i costi sostenuti dai gestori dei lidi per offrire servizi ai bagnanti. «Rispetto alla spiaggia libera offriamo servizi igienici, docce, ristorazione e il servizio di salvataggio, anche il costo del personale per queste mansioni è aumentato negli ultimi anni». «Infine» ricorda «Il calo di turisti non colpisce solo i lidi, ma tutto il comparto turistico delle località balneari che ne risente fortemente, privando della principale fonte di reddito intere comunità costiere».