
Sportello per uomini maltrattati, è polemica tra Comune e VI Municipio

È polemica a Roma per l’apertura del primo sportello di ascolto dedicato agli uomini maltrattati, attivato dal VI Municipio presso il centro commerciale di Roma Est. L’iniziativa, sostenuta dall’assessore municipale alle Pari Opportunità Chiara Del Guerra, ha suscitato dure critiche da parte del Campidoglio, in particolare dell’assessore comunale Monica Lucarelli, che ne ha chiesto la chiusura immediata. Al centro della controversia, anche un passaggio nella direttiva che fa riferimento al concetto controverso di “alienazione parentale”.
Chiara Del Guerra, intervenuta a Morning News su Canale 5 (nella foto), ha spiegato le ragioni alla base del progetto: “Ci siamo resi conto che arrivavano anche richieste d’aiuto da parte degli uomini. Lo sportello nasce per dare ascolto anche a loro”. Secondo l’assessora, il centro d’ascolto è aperto a tutte le problematiche: “Separazioni, problemi di coppia, identità sessuale, padri che faticano ad arrivare a fine mese. Non è un servizio per papà, ma per tutti gli uomini, senza distinzioni”. La dirigente municipale sottolinea inoltre come “nelle prime ore di attivazione abbiamo già ricevuto un feedback positivo”.
A giudicare severamente l’iniziativa è stata Monica Lucarelli, assessore comunale alle Pari Opportunità, che ha parlato di un progetto “inopportuno nei toni e nei presupposti”. Il riferimento è in particolare alla menzione dell’alienazione parentale, concetto che non ha fondamento scientifico riconosciuto e che è stato spesso strumentalizzato in ambito giudiziario, soprattutto nelle cause di affidamento dei figli. Lucarelli ha chiesto ufficialmente il ritiro della delibera municipale e l’immediata chiusura dello sportello, sottolineando che le politiche sulle pari opportunità devono seguire criteri inclusivi, validati e coerenti con la normativa nazionale.
L’iniziativa del VI Municipio, che ha annunciato anche un censimento degli immobili per istituire le “case dei papà”, ha aperto un dibattito acceso nella Capitale. C’è chi la considera un passo necessario verso un ascolto non unilaterale dei disagi familiari, e chi teme che possa offuscare la centralità del contrasto alla violenza di genere. Che poi, la violenza di genere non è unilaterale: sebbene la stragrande maggioranza dei casi riguardi abusi nei confronti di donne, esistono anche casi inversi, che vengono però misconosciuti. Il progetto, al momento ancora attivo, sarà oggetto di valutazione da parte degli organi comunali. Intanto, l’assessore Del Guerra ribadisce: “Non è una contrapposizione, ma un’integrazione: l’ascolto è un diritto universale”. Ed in effetti, non si capisce perchè mai si dovrebbe contestare un servizio aggiuntivo, che non toglie nulla a quelli già esistenti, ma anzi va a colmare un vuoto evidente.