
Stadio della Roma, avanti con il progetto dopo la perizia agronomica

La perizia agronomica commissionata dal Comune di Roma sull’area di Pietralata, destinata al nuovo stadio della Roma, chiarisce uno dei nodi più contestati dai comitati No Stadio: lì non c’è un bosco di pregio, ma solo 7mila metri quadri di vegetazione spontanea, definiti a termini di legge come “area boscata” ma di scarso valore naturalistico e vegetazionale. Il documento, redatto da Mauro Uniformi, presidente dell’Ordine nazionale degli Agronomi, rileva uno stato di degrado ambientale, con presenza di specie infestanti come robinia e ailanto, e conferma che, per procedere alla rimozione dei 26 alberi (di cui 14 ancora in piedi) necessari agli scavi archeologici, sarà sufficiente il parere della Regione Lazio e la compensazione ambientale con nuove piantumazioni.
Uniformi, dopo due sopralluoghi tra aprile e maggio, ha analizzato le caratteristiche geologiche, climatiche e urbanistiche di un’area di 2,3 ettari, stabilendo che solo 0,7 ettari rientrano nella definizione di bosco prevista dalla legge, mentre gli altri 1,6 ettari sono esclusi. La relazione parla di un’area “derivante da un ex coltivo/frutteto, invasa da vegetazione pioniera e infestante” in un contesto urbanizzato e compromesso. Il Dipartimento Ambiente e l’Assessorato all’Urbanistica hanno sottolineato come questo accertamento permetta di proseguire con le indagini archeologiche, assicurando però la creazione di una nuova area verde di pari superficie all’interno dello stesso reticolo idrogeologico.
Nonostante il passo avanti, l’iter resta complesso. Un ostacolo riguarda l’ex autoricambi di via degli Aromi, area di competenza del Dipartimento Lavori Pubblici: il piazzale in cemento armato rimasto dovrà essere rimosso dal Comune “in danno” al precedente occupante, poiché la Roma non intende farsi carico delle spese. Questa procedura, simile a quella adottata per demolizioni di immobili abusivi, richiederà tempo e ha già rallentato i sondaggi archeologici, fermi da metà luglio.
Con la ripresa degli scavi, il percorso prevede il sopralluogo della Soprintendenza di Stato per validare i risultati, anche in assenza di ritrovamenti. La AS Roma potrà quindi completare il progetto definitivo, comprensivo di capitoli su mobilità, parcheggi, ponti ciclopedonali e parchi. Dopo la verifica comunale sul rispetto delle prescrizioni di pubblico interesse, il progetto passerà al Consiglio comunale per la conferma e poi alla Regione Lazio per la conferenza di servizi decisoria. Solo dopo il via libera tecnico si aprirà la gara d’appalto pubblica, alla quale la Roma potrà partecipare esercitando il diritto di prelazione sull’offerta migliore. Un percorso ancora lungo, ma con un ostacolo in meno verso la realizzazione dello stadio.