
Stellantis, Stabilimenti Italiani a Rischio Chiusura entro il 2025. – L’ annuncio allarmante

Stellantis, Stabilimenti Italiani a Rischio Chiusura entro il 2025.
Durante gli Stati generali dell’energia organizzati da Forza Italia, Jean Philippe Imparato, responsabile per l’Europa di Stellantis, ha lanciato un avvertimento pesante: senza un rapido cambiamento entro la fine del 2025, il gruppo automobilistico potrebbe essere costretto a chiudere diversi stabilimenti in Italia. Il manager ha parlato apertamente di “decisioni dure” se non arriveranno nuove commesse e investimenti, sottolineando che la situazione negli impianti italiani è già critica.
Il caso più evidente riguarda il polo di Cassino, dove si producono Alfa Romeo Giulia, Stelvio e Maserati Grecale. Qui, la mancanza di ordini ha portato a lunghi periodi di inattività: tra gennaio e aprile 2025 sono state registrate soltanto 39 giornate lavorative, e da fine giugno lo stabilimento è fermo con cassa integrazione prorogata fino a luglio inoltrato. A peggiorare il quadro ci sono i ritardi nei lanci dei nuovi modelli: la nuova Stelvio è slittata al 2026 e la Giulia non arriverà prima dello stesso anno, lasciando di fatto gli impianti senza produzione stabile.
La situazione non è più rosea a Mirafiori, a Torino, dove la cassa integrazione è ormai diventata una condizione strutturale. I reparti di carrozzeria resteranno fermi almeno fino ad agosto, mentre la 500 elettrica e i modelli Maserati vengono prodotti con ritmi ridotti e turni intermittenti. Anche Pomigliano d’Arco non è esente dalla crisi: la Panda e l’Alfa Romeo Tonale vanno avanti grazie agli ammortizzatori sociali, ma mancano prospettive concrete per l’arrivo di nuovi modelli a breve termine.
Secondo analisti e sindacati, la produzione complessiva di Stellantis in Italia è crollata negli ultimi anni, penalizzando marchi storici come Fiat, Lancia e Alfa Romeo. A ciò si aggiunge la difficoltà nella transizione all’elettrico: ogni ritardo nel raggiungere le quote richieste dall’Unione Europea rischia di tradursi in miliardi di euro di sanzioni. Imparato ha avvertito che serve un cambio di passo immediato, quasi “nell’arco di cinque minuti”, per scongiurare quello che definisce un vero e proprio disastro industriale.
Se non si riuscirà a definire in tempi rapidi un piano di rilancio con nuovi investimenti e modelli da produrre in Italia, il rischio concreto è che entro il 2025 alcune fabbriche vengano chiuse definitivamente, con pesanti ricadute occupazionali e sull’intera filiera dell’automotive nazionale.