
Torino – Ecco il futuro della Sanità in Piemonte: rivoluzione con 120 ospedali, bonus e ‘addio’ liste d’attesa. Il maxi piano

Il Piemonte si appresta a rivoluzionare il proprio sistema sanitario attraverso un nuovo piano, presentato prima della pausa estiva del Consiglio regionale. Dopo oltre trent’anni, la Regione definisce una strategia innovativa, basata su efficienza, accessibilità e digitalizzazione, per rispondere in modo più capillare e moderno ai bisogni della popolazione.
Il primo obiettivo è la riduzione dei tempi di attesa, superando definitivamente il modello “ospedalocentrico” che ha mostrato tutti i suoi limiti durante la pandemia. La sanità piemontese sarà sempre più integrata nel territorio, con un ruolo chiave per medici di famiglia e pediatri, organizzati in AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali), e con l’introduzione del direttore sociosanitario come nuova figura gestionale.
Grazie al PNRR nasceranno 91 Case di Comunità, 30 ospedali di comunità e 43 centrali operative territoriali (COT), pensati per fornire assistenza di prossimità e adattarsi alle esigenze locali. Ma la vera sfida sarà il reperimento del personale necessario per renderle operative.
Sul fronte economico, la Regione intende tagliare sprechi e contenere i costi non clinici, imponendo un maggiore controllo sulle spese, in particolare per le tecnologie, senza però escludere il supporto del privato dove necessario.
A Torino, si avvierà la costruzione del Parco della Salute entro il 2026 e si fonderanno gli ospedali Regina Margherita e Sant’Anna in un unico polo specializzato, puntando al riconoscimento come IRCCS, istituto di eccellenza scientifica.
Anche la rete dei pronto soccorso sarà riorganizzata, con la possibilità di accorpamenti o chiusure nei centri con pochi accessi. Per i punti nascita, invece, saranno mantenuti solo quelli con almeno 500 parti annui, mentre gli altri saranno collegati a una rete perinatale per garantire l’assistenza nei centri più attrezzati.
La digitalizzazione sarà un pilastro centrale del piano: nascerà un nuovo CUP, dotato di intelligenza artificiale per le prenotazioni, sarà potenziato il Fascicolo Sanitario Elettronico e verrà lanciata l’app “Piemonte in Salute” per l’accesso a tutti i servizi online.
Il piano prevede anche il potenziamento dell’assistenza domiciliare integrata per gli anziani, l’estensione dello screening neonatale con nuove patologie, e l’introduzione del “bonus oncologia” da 1.000 euro mensili per le famiglie con minori malati di tumore.
Il piano rappresenta un cambio di paradigma, ma la sua riuscita dipenderà dalla capacità di rispettare i tempi, reperire risorse umane e integrare le varie componenti del sistema. Il 2026 sarà l’anno chiave per verificarne l’impatto concreto.