
Torino – Esplode la polemica dopo la conferenza sulla Russia annullata. Lo Russo nel mirino dei ‘mailbombing’. Arrivano anche Di Battista e Moni Ovadia
A Torino è esplosa la polemica dopo l’annullamento della conferenza “Russofobia, russofilia, verità”, prevista per il 12 novembre al Polo del ’900.
L’incontro, organizzato dalla sezione torinese dell’Anppia (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti), avrebbe dovuto ospitare il docente universitario Angelo D’Orsi e il giornalista Vincenzo Lorusso. Dopo le polemiche, l’evento è stato cancellato, scatenando un acceso dibattito politico.
La vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno (Pd) ha definito la conferenza “un evento di propaganda putiniana” e ha ringraziato il sindaco Stefano Lo Russo per averne impedito lo svolgimento. D’Orsi, professore di Storia del pensiero politico all’Università di Torino e allievo di Norberto Bobbio, ha reagito con durezza: “Sono stato messo a tacere in nome della democrazia. È un atto gravissimo, un segnale di intolleranza”. Lo storico ha parlato di “russofobia dilagante” e ha annunciato che l’incontro si terrà comunque in un’altra sede.
Anche Carlo Calenda (Azione) è intervenuto, chiedendo a Elly Schlein e al sindaco di fermare “questo scempio”, mentre l’Anppia nazionale ha preso le distanze dalla sezione torinese, dichiarando di non condividere le posizioni dei relatori e ribadendo la propria condanna dell’invasione russa dell’Ucraina.
Nel frattempo, la conferenza è stata riprogrammata per il 12 novembre al Circolo Arci La Poderosa, con la partecipazione di Alessandro Di Battista e Moni Ovadia.
L’annuncio ha riacceso le tensioni e portato anche a un mailbombing contro il sindaco Lo Russo, accusato da alcuni esponenti di sinistra radicale – tra cui Paolo Ferrero di Rifondazione comunista – di censura politica.
Per D’Orsi, la vicenda è diventata un simbolo del clima di intolleranza verso chi non si allinea alla “narrazione dominante”, mentre per il Comune e il Pd è una scelta necessaria per difendere le istituzioni dalla propaganda russa.
“Paolo Ferrero, segretario provinciale di Rifondazione comunista- aggiunge il Corriere della sera – ” aveva diffuso una nota in cui invitava lo Russo a «vergognarsi». «Che nella città di Gramsci e Gobetti, medaglia d’oro della Resistenza, un sindaco del Pd – era il testo – possa vietare una conferenza a un noto esponente dell’accademia torinese perché contrasta con la vulgata del regime Nato in cui viviamo, significa solo che il fascismo si riproduce in forme diverse, e una è quella impersonata dal sindaco Lo Russo”.