
Torino,- il “Ras” delle soffitte patteggia – Accordo milionario con il Fisco: per lui 3 anni ai domiciliari. La sentenza
A Torino si è concluso con un patteggiamento il procedimento giudiziario che vedeva coinvolto Giorgio Molino, storico imprenditore cittadino noto per aver gestito per decenni un enorme patrimonio immobiliare composto da soffitte, cantine e mini-alloggi: in totale 1.418 spazi, affittati in gran parte a cittadini stranieri, molti dei quali privi di documenti regolari.
L’indagine aveva portato alla luce anche 270 mila euro in contanti nascosti dentro mobili modificati con doppi fondi. Quando il procedimento è iniziato, il quasi ottantaquattrenne si è trovato a rispondere di un lungo elenco di reati: dall’appropriazione indebita all’evasione fiscale, passando per le truffe ai danni dello Stato, l’autoriciclaggio, l’uso di proventi illeciti e la falsificazione dei bilanci societari. La sua legale, Erica Gilardino, ha proposto un accordo con la procura che prevede tre anni di reclusione da scontare ai domiciliari, proposta che è stata accettata dal giudice.
Nel frattempo Molino ha avviato il percorso di rimborso delle somme dovute al Fisco, mentre la sua famiglia sta cercando di riorganizzare la vasta rete di proprietà accumulate nel tempo.
Le origini di questo “impero” risalgono ai primi decenni del Novecento, quando il nonno di Molino cominciò ad affittare camere ai nuovi arrivati in città. Con il passare delle generazioni, il gruppo immobiliare era diventato così grande da fornire alloggi anche al Comune: in uno stabile di corso Vigevano 41 vennero ospitate alcune famiglie rom trasferite dall’area di Lungo Stura Lazio.
La carriera pubblica dell’imprenditore, però, si è interrotta bruscamente con le indagini e l’arresto. Il sindaco Stefano Lo Russo, commentando la vicenda, è arrivato a definirlo «una delle figure più dannose per Torino».