
Torino – Lo Russo ‘riapre’ ad Askatasuna: «Crediamo ancora nel patto» . Cosa ha detto: le ultime
Il sindaco di Torino Stefano Lo Russo ha ribadito la volontà di non abbandonare il percorso avviato con Askatasuna, dopo lo sgombero deciso dal Viminale e le forti tensioni politiche.
Dopo un confronto con alcuni garanti dell’accordo, il primo cittadino ha riaffermato: «Crediamo ancora nel percorso del patto per Askatasuna», condannando allo stesso tempo «ogni episodio di violenza».
«Mentre i procedimenti giudiziari faranno sempre e comunque il loro corso, la tutela di un bene comune risponde ad altre logiche: politiche e amministrative – ha aggiunto Lo Russo -. Ci siamo assunti consapevolmente la responsabilità di tentare un percorso che sapevamo non sarebbe stato facile, nel quale crediamo ancora oggi, perché fondato sul dialogo, sulla partecipazione e sulla responsabilità collettiva, nel solco dei valori della Costituzione della Repubblica, che riconosce e promuove l’autonomia delle comunità e la funzione sociale dei beni”.
La questione, però, va oltre Torino e si inserisce in un quadro nazionale segnato dal confronto tra amministrazioni locali di centrosinistra e il governo. Dall’insediamento dell’esecutivo Meloni, il Ministero dell’Interno ha adottato una linea dura su diversi fronti. Prima è toccato ai porti, con l’assegnazione degli sbarchi delle navi ONG a città amministrate dal centrosinistra. Una scelta rivendicata apertamente dal ministro Piantedosi, che parlò delle difficoltà concrete dell’accoglienza.
In seguito, la stessa impostazione si è vista a Milano, con lo sgombero del Leoncavallo proprio mentre il Comune era vicino a un accordo per una nuova sede, e a Bologna, dove il governo ha respinto le richieste del sindaco Lepore di rinviare una partita ritenuta a rischio ordine pubblico, salvo poi scaricare su di lui le responsabilità degli scontri e dei danni.
Ora il caso Askatasuna appare come l’ennesimo capitolo di questa strategia. A Torino è arrivato l’intervento della polizia, giustificato con la necessità di «ristabilire la legalità». Una fermezza che, secondo molti, non viene applicata in modo uniforme, come dimostra il mancato sgombero di altre realtà, a partire da Casapound a Roma.
In questo clima, tentare una mediazione diventa sempre più difficile. L’accordo con Askatasuna, costruito grazie ai garanti, sembrava avviato, ma l’azione della questura ha costretto Lo Russo a una frenata.
Ma con l’ultimo intervento, il sindaco dichiara che il confronto non è chiuso e che il percorso politico resta aperto, mentre il centro sociale torna a farsi sentire in piazza con nuove manifestazioni.