
Torino – Luciana Litizzetto confessa: “Ecco la menopausa: i muscoli si afflosciano, le ossa si svuotano, la pata** si secca…”

Luciana Littizzetto, comica e conduttrice tra le più amate della televisione italiana, si è raccontata in una lunga intervista a Vanity Fair alla vigilia del ritorno di Che Tempo Che Fa. Con la sua solita ironia pungente e la sincerità che la contraddistingue, ha affrontato temi personali e universali: il tempo che passa, la menopausa, il lavoro e la libertà di parola.
L’artista torinese, che ha da poco compiuto 60 anni, ha spiegato di aver sempre vissuto serenamente la propria età, almeno fino a quando non è stata colpita da una pancreatite acuta che l’ha costretta al ricovero. Da allora, ha detto, ha imparato a guardarsi con più attenzione e a prendersi cura di sé, pur ammettendo che “è faticoso vivere cercando di tenerti insieme”. La menopausa, racconta con il suo consueto linguaggio diretto, comporta cambiamenti fisici e psicologici difficili da ignorare: “Il corpo cambia, i muscoli si rilassano, le ossa si indeboliscono, la pelle diventa più sottile… e la pa… si secca. È una fase impegnativa, ma bisogna accettarla e riderci sopra”.
Nel suo primo libro, Littizzetto parla di tre amiche sessantenni che si interrogano sul significato della felicità dopo una certa età: “Non dobbiamo pensare che sia una prerogativa dei giovani. Possiamo ancora divertirci, appassionarci, reinventarci. Basta concentrarsi su ciò che ci fa stare bene, invece di lamentarci sempre”.
Sul fronte professionale, l’idea di abbandonare la scena per ora non la sfiora: “Il palcoscenico è una forma di dipendenza. Quando sei abituato a quel contatto con il pubblico, farne a meno è difficile”. E del suo storico sodalizio con Fabio Fazio dice: “C’è totale fiducia. Lui non sa mai in anticipo di cosa parlerò, ma sa che può fidarsi”.
Non mancano i momenti di autocritica: la comica ricorda una battuta su Carmen Russo, che oggi non rifarebbe, e un episodio di polemica nata dopo un monologo pacifista travisato dal pubblico. “Come diceva Troisi, io sono responsabile di quello che dico, non di quello che tu capisci”, commenta.
Infine, riflette sulla libertà di espressione nel panorama mediatico: cita Jimmy Kimmel e il rischio che anche in Italia si riducano gli spazi per le voci libere. Ma aggiunge con convinzione che esistono ancora reti, come il Nove, dove si può parlare con più autonomia. E promette che, quando a Che Tempo Che Fa si discuterà di Gaza, non esiterà a usare la parola “genocidio”: un segno che, nonostante tutto, la sua voglia di dire la verità — e di farlo col sorriso — resta intatta.