Torino – Mancano i soldi: tagli alle corse in arrivo. E’ allarme per i servizi extraurbani: le ultime

12/11/2025

A Torino scatta l’allarme per il futuro del trasporto pubblico extraurbano. Mancano i fondi e, di conseguenza, si prospettano tagli alle corse, una razionalizzazione dei servizi e persino la sostituzione di alcune linee tradizionali con servizi a chiamata. A lanciare l’allarme sono i sindacati del Gruppo Torinese Trasporti (GTT), preoccupati sia per la qualità del servizio ai cittadini sia per le ricadute occupazionali che potrebbero colpire circa 600 lavoratori.

La scintilla è la nuova “Relazione sui lotti di gara” pubblicata dall’Agenzia per la Mobilità Piemontese, documento di oltre 160 pagine che definisce il piano di affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale nel bacino metropolitano fino al 2027. Nella relazione si parla di “ottimizzazione” e “razionalizzazione”, con la riduzione dei depositi da 44 a 16 e la richiesta alle aziende di aumentare i ricavi, soprattutto incrementando il numero di passeggeri. Ma il piano prevede anche una possibile revisione tariffaria, che potrebbe tradursi in un aumento dei biglietti o degli abbonamenti.

Le risorse a disposizione restano circa 44 milioni di euro tra fondi regionali e statali, a fronte di un fabbisogno complessivo stimato in 72 milioni. Secondo il sindacato Fast Confsal, questi finanziamenti sono insufficienti a garantire un trasporto efficiente e a mantenere i livelli occupazionali. L’organizzazione chiede più trasparenza nella gestione dei fondi e nelle compensazioni previste per gli affidamenti diretti, denunciando che non si tiene conto degli aumenti contrattuali né dell’effetto dell’inflazione.

Anche la politica interviene: il leghista Fabrizio Ricca chiede che l’Agenzia regionale riferisca in commissione a Palazzo Lascaris, spiegando i criteri dei tagli e la distribuzione dei finanziamenti tra i vari territori. Nel mirino dei sindacati c’è il taglio di oltre 3 milioni di chilometri di corse l’anno nell’area metropolitana, trasferite verso altre province, con il rischio di disservizi per i pendolari e riduzione del personale GTT.

L’introduzione dei servizi “a chiamata” nelle zone a bassa domanda suscita ulteriore preoccupazione: «così si penalizzano le aree fragili e già poco collegate», denunciano i rappresentanti dei lavoratori.

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