
Torino – Quando Hitler tentò di impossessarsi della Sindone. Ecco il piano segreto del Führer
La Sacra Sindone, il telo conservato a Torino che da secoli divide studiosi e credenti, continua ad attirare attenzione non solo per le dispute scientifiche e religiose legate alla sua autenticità, ma anche per episodi meno conosciuti della sua storia recente.
Un nuovo libro porta alla luce un capitolo sorprendente: l’interesse che Adolf Hitler avrebbe nutrito nei confronti del Sacro Lino, al punto da ipotizzare un piano per sottrarlo all’Italia.
L’opera in questione è Salvate la Sindone. Una missione tra fede, guerra e spie (Rubbettino, 132 pagine, 18 euro), scritta dal giornalista Salvatore Giannella insieme a Gaetano Gramaglia, investigatore e peacekeeper con esperienza in scenari di conflitto. Nonostante la sua brevità, il volume unisce precisione storica e ritmo narrativo, rievocando atmosfere da romanzo di spionaggio in cui la realtà appare persino più incredibile della fantasia.
Secondo quanto riportato dagli autori, il dittatore nazista non guardava alla Sindone soltanto come a una reliquia cristiana di valore inestimabile, ma anche come a un oggetto dal significato occulto e simbolico. Hitler, infatti, era affascinato da miti e leggende legati a presunti poteri esoterici, che intendeva piegare alla costruzione di una sorta di religione alternativa, funzionale al suo progetto totalitario.
Nel 1938, durante la visita ufficiale in Italia, alcuni atteggiamenti del Führer alimentarono sospetti concreti: si temeva che il regime nazista potesse organizzare un’operazione per impadronirsi del Sacro Lino. L’episodio, raccontato con dovizia di dettagli, apre uno squarcio su quanto fosse forte e inquietante l’interesse del Terzo Reich per simboli mistici e manufatti leggendari.