
Torino – “Sindaco sotto Askacco”, insorge l’opposizione contro Lo Russo. Duro scontro su Askatasuna: cosa è successo

A Torino si accende nuovamente la polemica politica intorno al centro sociale Askatasuna, con un duro scontro in Consiglio comunale tra la maggioranza che sostiene il sindaco Stefano Lo Russo e l’opposizione di centrodestra. Il motivo della tensione è la presunta violazione del “patto di collaborazione” che il Comune aveva sottoscritto per trasformare Askatasuna in un “bene comune”, con l’obiettivo di regolarizzarne la gestione e avviare un progetto di riconversione.
Secondo quanto accaduto venerdì scorso, la Digos si è presentata al civico 47 di corso Regina Margherita per notificare atti giudiziari a due militanti del centro sociale, confermando di fatto che lo stabile non è affatto vuoto, contrariamente a quanto previsto dall’accordo. Il patto, infatti, stabiliva due condizioni imprescindibili: la rinuncia a ogni forma di violenza e la sospensione delle attività durante i lavori di messa in sicurezza dell’edificio. Due impegni che, alla luce dei recenti sviluppi, sembrano essere stati disattesi.
La vicenda ha scatenato la reazione del centrodestra.
L’assessore regionale Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia) ha parlato di una violazione “evidente e inaccettabile” e ha annunciato la presentazione di un esposto in Procura, sostenendo che “mentre il Comune chiude gli occhi, le strade di Torino continuano a bruciare”. Nel frattempo, in Sala Rossa, i consiglieri di opposizione hanno inscenato una protesta plateale, esponendo cartelli con le foto di alcuni esponenti della sinistra torinese — Marco Grimaldi, Alice Ravinale, Jacopo Rosatelli e Sara Diena — e la scritta provocatoria “Sindaco sotto Askacco”, per accusare Lo Russo di ambiguità nei confronti del centro sociale.
I consiglieri di Fratelli d’Italia e +Europa, Enzo Liardo e Silvio Viale, avevano chiesto che il sindaco riferisse in aula, ma la maggioranza ha negato le comunicazioni. “Il patto va revocato — hanno dichiarato —, perché non è stato rispettato né sul fronte della legalità né su quello della non violenza”.
Dal fronte progressista è arrivata una replica immediata. Sinistra Ecologista ha definito l’iniziativa della destra “una sceneggiata politica”, accusando gli avversari di usare la vicenda per fare propaganda. Il gruppo ha precisato che “le attività del centro sono sospese da tempo in attesa dei lavori” e che l’immobile “resta parzialmente accessibile solo nelle aree sicure, come il cortile”.