
Torino – “Stop agli accordi con Israele”, la mozione spacca l’Università di Torino: in 600 firmano la lettera per la nuova Rettrice
La cerimonia di insediamento di Cristina Prandi, prima donna a guidare l’Università di Torino, è stata segnata anche da tensioni. Durante la giornata, un gruppo di studenti ha letto una lettera rivolta alla nuova rettrice chiedendo la sospensione dei rapporti con gli atenei israeliani. “Se il Senato accademico rifiuta di adottare misure concrete dopo due anni di stragi, c’è un problema di democrazia”, hanno denunciato.
Il nodo centrale è la mozione approvata dal Senato accademico, che condanna quanto accade a Gaza e limita nuove collaborazioni con università israeliane, prevedendo verifiche sugli accordi già in vigore. Una linea giudicata però troppo “soft” da oltre 600 tra docenti, ricercatori e studenti firmatari di un appello che chiede alla rettrice posizioni più nette e la rottura di ogni legame accademico con Israele.
La nuova Rettrice Prandi ha parlato di “guerra di sterminio a Gaza” e ha garantito attenzione sugli accordi esistenti, ma le parole non hanno placato i collettivi.
All’esterno della Cavallerizza Reale circa cinquanta manifestanti hanno gridato slogan come “boicotta Israele”, chiedendo le dimissioni della rettrice. Parallelamente è partita l’occupazione di Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche, come forma di pressione permanente.
L’insediamento si è trasforma subito in una prova politica per la nuova rettrice, che dovrà bilanciare il suo ruolo istituzionale con le pressioni degli studenti e del corpo docente che chiedono decisioni immediate e radicali.
La mozione approvata offre un punto di partenza, ma molti considerano insufficienti i limiti imposti: la sua efficacia dipenderà da quanto l’ateneo vorrà tradurre le parole in azioni concrete. Resta da vedere se il Senato accademico, entro le prossime settimane, approverà modifiche più incisive o se le critiche continueranno a montare, con l’Università sotto pressione da più fronti.