
Torino – Svolta nell’omicidio di Collegno, parla la testimone: “Il killer era freddo”. C’è un sospettato
Marco Veronese, 39 anni, titolare di un’azienda di videosorveglianza, è stato brutalmente accoltellato in strada. Una testimone oculare, che ha assistito alla scena dalla finestra della propria abitazione, ha fornito agli inquirenti un racconto dettagliato e agghiacciante, che ora rappresenta un elemento chiave per le indagini.
La donna ha raccontato di essersi svegliata nel cuore della notte dopo aver udito delle urla provenienti da via Sabotino, all’incrocio con corso Francia. Dalla finestra ha visto due uomini correre: uno cercava di fuggire, l’altro lo inseguiva. «Ho sentito Marco gridare “bastardo, bastardo, che cosa fai?”», ha riferito ai carabinieri. Pochi istanti dopo, l’aggressore lo ha raggiunto e colpito con due fendenti al collo. Nonostante fosse già gravemente ferito, la vittima è riuscita a pronunciare con voce affannata le parole “oh mio Dio” prima di cadere a terra.
Secondo la testimone, l’assassino ha agito con estrema freddezza e precisione, senza pronunciare una sola parola. Indossava una giacca blu cerulea e un cappuccio che gli copriva la testa, rendendo difficile il riconoscimento del volto. Dopo aver inferto i primi colpi, non si è fermato: si è accanito sulla vittima, colpendola ripetutamente anche quando era ormai immobile a terra. «Era glaciale, sembrava qualcuno mandato lì con un compito preciso», ha aggiunto la donna, escludendo che si trattasse di una rapina, poiché non è stato rubato nulla.
L’aggressione, durata appena un minuto, si è conclusa con la fuga del killer lungo corso Francia. Una passante ha dato l’allarme intorno all’1.30, e sul posto sono giunte diverse ambulanze del 118 di Azienda Zero. I tentativi di rianimare Veronese, tuttavia, si sono rivelati inutili: l’uomo è morto sul colpo a causa di almeno dodici coltellate.
Marco Veronese viveva a pochi passi dal luogo dell’aggressione, in casa dei genitori, dove si era trasferito dopo la separazione dall’ex compagna. Lascia tre figli piccoli. Noto per la sua serietà e dedizione al lavoro, era molto conosciuto nel quartiere: aveva persino installato personalmente le telecamere di sicurezza del bar e della tabaccheria sotto casa, impianti che ora potrebbero fornire agli investigatori immagini cruciali per identificare l’assassino.
Le indagini, coordinate dal pm Mario Bendoni e condotte dai carabinieri di Rivoli, Collegno e del Nucleo investigativo di Torino, stanno proseguendo a ritmo serrato. Gli inquirenti stanno analizzando i filmati delle telecamere della zona per ricostruire gli spostamenti del killer.
Nella serata del 23 ottobre è emersa la prima svolta: i militari avrebbero già individuato un sospettato, anche se il movente dell’omicidio resta ancora da chiarire.