
Trump chiede all’Ue di imporre dazi al 100% su India e Cina – Obiettivo: fare pressioni su Mosca. La strategia

Donald Trump ha respinto la proposta avanzata da Bruxelles e Londra al G7 di metà giugno in Canada, che prevedeva di ridurre il prezzo massimo consentito per l’acquisto di petrolio russo da 60 a 45 dollari al barile. Secondo l’ex presidente americano, abbassare il tetto non sarebbe una misura utile per limitare i guadagni del Cremlino. In alternativa, ha suggerito all’Unione europea una strategia diversa: introdurre dazi fino al 100% sulle importazioni da Cina e India, due Paesi che continuano a comprare enormi quantità di petrolio, gas e carbone dalla Russia.
I numeri confermano il peso di questi acquisti: dal 2022 le imprese cinesi hanno importato combustibili fossili russi per circa 271 miliardi di euro, mentre quelle indiane hanno speso circa 150 miliardi. Oggi quasi la metà del greggio esportato da Mosca finisce in Cina, che approfitta della situazione per ottenere forti sconti da Putin.
Il ragionamento di Trump è che colpendo Pechino e Nuova Delhi con dazi punitivi, l’Europa potrebbe ridurre indirettamente le entrate di Mosca, che dipendono per circa il 40% dalle tasse sugli idrocarburi. Ma la strategia comporterebbe gravi rischi economici: l’Unione europea è ormai il primo mercato di sbocco per la Cina, con 516 miliardi di dollari di export nel 2024, e un conflitto commerciale potrebbe avere conseguenze devastanti. Xi Jinping, di fronte a tariffe così elevate, reagirebbe probabilmente imponendo misure simmetriche, penalizzando settori chiave come l’automotive tedesco e l’industria manifatturiera italiana. Inoltre, Pechino potrebbe limitare l’accesso alle terre rare, fondamentali per le tecnologie europee.
Secondo l’analisi de Il Corriere della Sera, il risultato sarebbe un’Europa più debole e più esposta a una recessione, quindi meno capace di sostenere Kiev nella guerra. La linea proposta da Trump rischia quindi di produrre l’effetto opposto rispetto all’obiettivo dichiarato: anziché ridurre la forza del Cremlino, potrebbe ridurre la solidarietà occidentale verso l’Ucraina.
Secondo diversi osservatori, la vera priorità di Trump non sarebbe infatti la guerra di Putin, ma lo scontro con la Cina. Spingendo l’Europa a imporre dazi “secondari” contro Pechino, il leader americano punta a trascinare gli alleati nel confronto geopolitico tra Washington e la Repubblica Popolare. Se Bruxelles si rifiutasse, Trump potrebbe sfruttare il rifiuto come pretesto per ridimensionare l’impegno americano a sostegno dell’Ucraina, scaricando la responsabilità sugli europei.