
Zanzare, la scoperta ‘rivoluzionaria’ dello scienziato italiano Giovanni Battista Grassi: lo studioso a cui fu negato il Premio Nobel

Zanzare, la scoperta ‘rivoluzionaria’ dello scienziato italiano Giovanni Battista Grassi.
Ieri, 20 agosto, si è celebrata in tutto il mondo la Giornata internazionale della zanzara, l’insetto che da sempre rappresenta un incubo delle serate estive ma che, allo stesso tempo, ha avuto un ruolo centrale in una delle più importanti scoperte della medicina moderna. La data ricorda il 20 agosto 1897, quando il medico britannico Ronald Ross riuscì a identificare il Plasmodium – il parassita responsabile della malaria – all’interno della zanzara Anopheles, dimostrando in modo scientifico che la malattia non era causata dall’“aria cattiva” delle paludi, come si credeva per secoli, ma dalla puntura dell’insetto.
Questo passo avanti segnò una vera svolta per la comunità scientifica: da quel momento medici e ricercatori poterono sviluppare strategie più efficaci per curare e contrastare la diffusione della malaria, una malattia che per secoli aveva mietuto vittime in ogni parte del mondo. Per il suo lavoro, Ross ricevette il Premio Nobel per la Medicina nel 1902.
Dietro quella conquista, però, c’era anche il prezioso contributo dell’italiano Giovanni Battista Grassi, medico e zoologo che aveva svolto ricerche fondamentali e condiviso i propri risultati con l’Accademia dei Lincei a Roma.
Nonostante il ruolo cruciale, il riconoscimento ufficiale gli fu negato a causa della scarsa riconoscenza di Ross, che non gli attribuì il giusto merito. Una mancanza di equità che mise fine a quella collaborazione tra due scienziati di straordinario valore.
Molti anni dopo, il frutto di quelle scoperte si è tradotto in risultati concreti: nel 2015 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato l’Europa libera dalla malaria e ha registrato una significativa riduzione della malattia a livello mondiale. Un successo che porta anche la firma del grande studioso italiano.
La “Giornata mondiale della zanzara” può rendere omaggio a chi, come Grassi, ha dato un contributo determinante al progresso dell’umanità.