
E’ l’uomo che ha guidato la banca più potente del mondo. Ma nessuno conosce il suo nome – Ecco chi è il “Banchiere dei banchieri”
Nel cuore di Basilea, all’interno di un edificio circolare e sorvegliato, si trova la Banca dei Regolamenti Internazionali (BIS) — l’istituzione che molti definiscono la “banca centrale delle banche centrali”. Pochi ne conoscono l’esistenza, e ancora meno conoscono l’uomo che la dirigeva fino a pochi mesi fa: Agustín Carstens, ex governatore della Banca del Messico e oggi uno dei personaggi più influenti e discreti della finanza globale.
La BIS non è una banca comune. Fondata nel 1930 per gestire le riparazioni di guerra dovute dalla Germania dopo la Prima guerra mondiale, nel corso dei decenni si è trasformata in una sorta di cuore segreto del sistema monetario mondiale. Le sue riunioni, che si tengono ogni due mesi, riuniscono i governatori delle più grandi banche centrali — dalla Federal Reserve americana alla Banca Centrale Europea, passando per la Bank of England e la Banca del Giappone.
Il suo ruolo ufficiale è quello di coordinare e guidare la cooperazione tra le banche centrali, promuovendo la stabilità finanziaria globale e fissando standard comuni. Ma il suo potere effettivo, forse, va ben oltre: è la BIS, infatti, a orientare molte delle decisioni chiave sulla politica monetaria internazionale. Per i suoi oppositori rappresenta una struttura elitaria che opera nell’ombra, lontano da ogni controllo democratico.
La banca gode di un regime giuridico unico al mondo. Qui, in sale riservate e lontane dai riflettori, si discutono strategie capaci di spostare miliardi e di influenzare le economie di interi Paesi.
Al centro di tutto, fino a pochi mesi fa, c’era Carstens, un uomo che evita la ribalta ma siede al tavolo con le figure più potenti della finanza mondiale. Corpulento, riservato, abituato al silenzio più che alle telecamere, viene descritto come un “banchiere dei banchieri”, capace di muovere le leve dell’economia globale con discrezione assoluta.
La BIS rimane così una struttura tanto indispensabile quanto misteriosa: è da Basilea — non da Washington o Francoforte — che si decide spesso il futuro del denaro nel mondo.