
7 aziende USA superano l’intero PIL dell’Europa – Ecco perché nessuno ne parla
Negli ultimi mesi è emerso un dato sorprendente che sta facendo discutere economisti e analisti finanziari di tutto il mondo: le sette maggiori aziende tecnologiche americane — Nvidia, Microsoft, Apple, Alphabet (Google), Amazon, Meta e Tesla — hanno raggiunto, messe insieme, un valore di mercato superiore all’intero Prodotto Interno Lordo dell’Unione Europea.
Alla chiusura dei mercati dei primi giorni di ottobre 2025, la capitalizzazione complessiva dei “Magnifici Sette” ammontava a circa 20,8 trilioni di dollari, mentre il PIL dell’UE si fermava a poco meno di 20 trilioni, intorno ai 19 e qualcosa. In pratica, sette colossi tecnologici valgono in Borsa più di quanto producano tutti i Paesi europei messi insieme in un anno.
“Una bolla tecnologica – spiega Valerio Malvezzi, analista di Radio Radio – “è definita non solo da valutazioni elevate, ma anche da uno scollamento tra i prezzi di mercato e i fondamenti aziendali, guidato dal fervore speculativo e dalla paura di perdere l’occasione. In finanza si dice FOMO (“Fear Of Missing Out”), cioè “paura di restare fuori”. Si tratta quindi di un momento di trasformazione per il globalismo? Oppure stiamo assistendo a primi segnali di una nuova bolla tecnologica? Alcuni esperti sostengono che si tratterebbe di una “corsa agli armamenti strutturale“, guidata dall’intelligenza artificiale che sta accelerando la concentrazione economica piuttosto che una bolla speculativa come quella delle dot-com. Insomma, uno scenario veramente brutto. Alcuni indicatori dimostrerebbero questo, come l’indicatore del cosiddetto “prezzo utile”, cioè P/E, che sarebbe il “Price Earning“. Il P/E dei Sette – escludendo l’anomala Tesla con un Price Earning di 220 – è in realtà inferiore a quello più ampio del Nasdaq 100. Insomma, di conseguenza, sebbene le valutazioni siano ricche e il traguardo raggiunto sia simbolico del cambiamento nell’equilibrio di potere economico, gli standard delle valutazioni tradizionali non rifletterebbero ancora gli eccessi spumeggianti della bolla delle dot-com.
“Insomma – conclude Malvezzi – “quello che vi voglio raccontare è che per fortuna per il mio mestiere io seguo invece le imprese italiane, che per la maggior parte sono imprese tradizionali. Sono imprese dove ci sono ancora non i software, non le intelligenze artificiali, ma gli esseri umani. Io parlo agli imprenditori, ho pubblicato quest’anno un manuale di corporate strategy che si chiama “La via italiana”, edito da Eurilink, Manuale di corporate strategy. Eurilink University Press è la casa editrice universitaria. E in quel manuale spiego com’è importante la variabile umana, altro che la variabile tecnologica. Ma queste sono le mie idee, naturalmente”.