
A Torino da oggi via libera a cene e drink aperti a tutti negli Hotel cittadini – La protesta dei locali: E’ concorrenza sleale?

Gli hotel aprono bar e ristoranti al pubblico, ma scoppia la polemica dei ristoratori
A Torino è scattato ufficialmente il via libera alla possibilità per gli hotel cittadini di servire pasti, aperitivi e bevande anche ai clienti esterni, senza che sia più necessario essere ospiti della struttura. Fino a oggi, infatti, la somministrazione era consentita solo agli alloggiati, a meno che non si acquistasse una licenza aggiuntiva, come fanno bar e ristoranti tradizionali. Ma con una recente modifica normativa approvata dalla Regione Piemonte, questa restrizione è stata rimossa, equiparando di fatto gli alberghi ai locali pubblici, almeno sul piano della ristorazione interna.
La decisione ha però innescato forti reazioni da parte degli esercenti del settore della ristorazione torinese, che parlano apertamente di “concorrenza sleale”. Se da un lato Federalberghi esprime soddisfazione per un provvedimento che ritiene in linea con le esigenze turistiche moderne, dall’altro bar e ristoratori temono un ulteriore svantaggio competitivo, soprattutto considerando che le nuove aperture alberghiere potranno attrarre turisti e residenti, senza dover affrontare le stesse regole stringenti previste per i locali tradizionali.
La svolta normativa e i benefici per gli hotel
Secondo la nuova legge regionale, approvata da Palazzo Lascaris, gli alberghi potranno offrire servizi di ristorazione e somministrazione anche a chi non soggiorna in hotel, utilizzando l’autorizzazione amministrativa già in loro possesso, quella necessaria per servire colazioni e pasti ai clienti. In questo modo, non sarà più obbligatoria la licenza di somministrazione normalmente richiesta agli esercizi pubblici. In Italia, norme simili esistono solo in poche regioni: Lazio, Toscana, Sicilia e Trentino-Alto Adige.
La protesta dei ristoratori e i dubbi su regole uguali per tutti
Non particolarmente entusiasta il commento di Epat e Ascom Torino, le associazioni di categoria che rappresentano i pubblici esercizi. Il presidente di Epat, Vincenzo Nasi, denuncia come il settore della somministrazione stia diventando sempre più “pressato” da aperture con regole poco chiare o troppo permissive. Oltre agli hotel, lamenta, anche gastronomie, panetterie e persino artigiani hanno provato a ottenere la possibilità di servire cibo e bevande.
Il vero nodo, secondo Nasi, come riporta La Stampa, riguarda l’applicazione delle norme: se gli hotel potranno servire al pubblico, dovranno anche rispettare tutte le disposizioni previste dalla legge regionale sulla somministrazione (la n. 38 del 2006). Questo include, tra l’altro, corsi di formazione professionale, iscrizione a registri ufficiali, requisiti igienico-sanitari, limiti orari, obblighi pubblicitari, e dotazione adeguata di parcheggi. «Ci chiediamo – dice Nasi – se gli hotel saranno tenuti agli stessi obblighi dei locali tradizionali. Se così non fosse, saremmo davanti a un evidente squilibrio concorrenziale».
Secondo i commercianti, è fondamentale che ci sia uniformità di trattamento e che le stesse regole valgano per tutti, senza creare “zone grigie” a favore di una parte del settore.