
Bosch licenzierà 13mila persone nei prossimi 5 anni- Sarà il più grande taglio della storia: l’annuncio
Il colosso tedesco Bosch ha annunciato un piano di ridimensionamento senza precedenti: nei prossimi cinque anni verranno tagliati circa 13mila posti di lavoro, pari a poco più del 3% della forza complessiva che oggi conta 418mila dipendenti a livello globale. Si tratta del più grande intervento di riduzione del personale nella storia della multinazionale, leader mondiale nella produzione di componentistica per l’industria automobilistica.
La maggior parte dei licenziamenti avverrà in Germania, dove si concentrano diversi stabilimenti chiave del gruppo. La misura si inserisce in un più ampio programma di razionalizzazione che prevede anche il contenimento delle spese operative e una riduzione degli investimenti, con l’obiettivo di garantire maggiore efficienza e mantenere competitività a lungo termine.
Il numero uno di Bosch, Stefan Hartung, ha spiegato all’inizio del mese che l’azienda si trova in una fase di forte competizione globale, descrivendo la situazione come una continua “battaglia per ogni centesimo” contro i concorrenti. Le difficoltà derivano sia da una domanda internazionale che resta debole, sia dal moltiplicarsi delle barriere commerciali tra i principali mercati. In questo contesto, Hartung aveva già anticipato la necessità di ulteriori interventi strutturali per rafforzare la solidità del gruppo. Nonostante queste sfide, il manager ha confermato una previsione di crescita moderata: Bosch stima infatti un aumento del fatturato intorno al 2% nel 2025, rispetto ai 90,5 miliardi di euro registrati nell’anno precedente.
Il tema dei tagli occupazionali non è nuovo per il colosso tedesco.
Nel corso del 2023, l’azienda aveva già ridotto il proprio organico di circa l’11.500 unità, pari a un calo del 3% rispetto al totale dei dipendenti. A livello globale, i lavoratori erano passati così a 417.900. In Germania, dove Bosch mantiene una parte significativa delle proprie attività, la diminuzione era stata particolarmente rilevante: 4.400 posti di lavoro in meno, con il personale sceso a 129.800 addetti.
Sulle nuove misure di esubero l’azienda ha mantenuto un atteggiamento riservato, evitando commenti ufficiali. Ma già alla fine dello scorso anno un rappresentante sindacale interno aveva lanciato un allarme: secondo le sue stime, tra gli 8.000 e i 10.000 posti di lavoro in Germania sarebbero rimasti a rischio. Un segnale che conferma come la transizione industriale in corso e le difficoltà del comparto automobilistico stiano incidendo in profondità sulla struttura occupazionale del gruppo.