
In India la rivoluzione fiscale di Modi – Meno tasse per rilanciare i consumi: ecco il piano (e le conseguenze economiche)
L’India del premier Narendra Modi ha dato il via a una delle più grandi riforme fiscali della sua storia recente, intervenendo in modo deciso sul sistema della Goods and Services Tax (GST), l’imposta sui beni e servizi introdotta nel 2017. La misura, annunciata il 15 agosto 2025, punta a semplificare il sistema fiscale e a stimolare la domanda interna, considerata essenziale per sostenere la crescita in un momento di tensioni globali.
Il vecchio sistema, basato su quattro aliquote (5%, 12%, 18% e 28%), viene ora sostituito da due sole fasce principali, pari al 5% e al 18%, con una sovrattassa del 40% per i beni di lusso e per i cosiddetti sin goods come sigarette e auto di alta gamma. La riforma mira così a rendere più lineare e trasparente la tassazione, alleggerendo il peso fiscale su cittadini e imprese per favorire i consumi e la competitività.
La mossa arriva in un contesto economico difficile: gli Stati Uniti hanno recentemente imposto dazi fino al 50% su diverse esportazioni indiane, frenando settori come l’acciaio e il tessile. Di fronte a queste pressioni, il governo punta a rafforzare il mercato interno come motore della crescita.
Secondo le stime di Citi Research, la riforma potrebbe aumentare il potere d’acquisto delle famiglie fino allo 0,8% del PIL e ridurre l’inflazione di oltre un punto percentuale, se i tagli fiscali verranno trasferiti ai consumatori. I vantaggi maggiori sono attesi per agricoltura, sanità e manifattura leggera, settori che potrebbero vedere nuova occupazione e investimenti.
Restano però i dubbi. Per IDFC First Bank, la misura rischia di causare una perdita di entrate fino a 20 miliardi di dollari l’anno, con ripercussioni sui bilanci locali e sulla sostenibilità fiscale del Paese.
La riforma della GST, insomma, è un passaggio cruciale per l’economia indiana: una scommessa tra semplificazione e rischio di squilibrio, che testerà la capacità del governo Modi di coniugare stimolo economico e stabilità finanziaria.