
Milano, inchiesta Urbanistica. Scattano gli arresti: l’ex assessore Tancredi e Catella ai domiciliari. La risposta di Sala

Milano, inchiesta Urbanistica. Scattano gli arresti: l’ex assessore Tancredi e Catella ai domiciliari
Il giudice per le indagini preliminari di Milano, Mattia Fiorentini, ha disposto gli arresti domiciliari per Giancarlo Tancredi, ex assessore comunale alla Rigenerazione urbana, e per Manfredi Catella, amministratore delegato della società immobiliare Coima. Il provvedimento è stato emesso su richiesta dei pubblici ministeri che stanno conducendo una vasta inchiesta relativa alla gestione del settore urbanistico nel capoluogo lombardo.
Oltre a Tancredi e Catella, sono stati disposti altri quattro arresti. In carcere è stato condotto Andrea Bezziccheri, imprenditore a capo del gruppo Bluestone. Ai domiciliari sono invece finiti Giuseppe Marinoni, ex presidente della Commissione comunale per il Paesaggio sciolta nel mese di aprile, l’architetto Alessandro Scandurra, anch’egli membro della stessa Commissione, e Federico Pella, ex dirigente della società di ingegneria J+S.
Questi i capi di imputazione
“Per ora il gip ha ritenuto fondati molti degli 11 capi d’imputazione – scrive La Presse – ” Scandurra sarebbe il “referente” di Coima per la vicenda Pirellino e avrebbe ricevuto 28.548 euro (e non i 138.873,19 contestati dai pm per tutti gli incarichi del passato) con una fattura “falsa” fra il 22 giugno 2023 (parere favorevole condizionato, Scandurra non vota) e il 5 ottobre (favorevole senza condizioni, Scandurra partecipa). Pagamento “inspiegabile” che è avvenuto negli stessi giorni in cui il “duo Catella – Boeri premeva” su Marinoni incontrandolo a “ridosso della seduta” e su Tancredi-Sala ai quali veniva inviata “una missiva ‘di fuoco’”. Al presidente della commissione paesaggio sono state riconosciute le false attestazioni sulla “condizione di totale conflitto di interesse” con J+S, Unipol, Redo, Lendlease, EuroMilano, Carfin92, Hines e Coima. Conflitti d’interesse “ben noti” a Tancredi e alla giunta di Milano che li avrebbe “persino consapevolmente creati”. E’ il caso del “Pgt ombra” per una “vasta speculazione edilizia” con “alte parcelle”: lo studio ‘Nodi e le Porti metropolitane Milano 2050’ per sviluppare senza indici di edificabilità 9 aree lungo gli svincoli autostradali di Milano, realizzato con il “patrocinio gratuito” del Comune in cui Marinoni contrattava “privatamente” i contenuti come “volumi, densità, altezza degli edifici a torre, servizi, oneri da pagare” nella sua “doppia veste di pubblico ufficiale e professionista”. Con un atteggiamento “indegno” di chi ricopre un “incarico pubblico”, dopo aver avvicinato i gruppi immobiliari proponeva loro di commissionare masterplan e studi di fattibilità alla J+S di Pella con cui avrebbe ricevuto oltre 369mila euro (più 190mila euro di bozze di contratti rinvenuti nel suo pc), avvantaggiandola durante gli iter negli interventi che la vedevano coinvolta come ‘Goccia-Bovisa’, ‘Palizzi 89’, ‘Vittor Pisani 16-18-20’ e ‘Gardella 2’. A Scandurra sono state riconosciute le altre 3 ipotesi di corruzione oltre a quella con Coima: i casi di Bluestone di Andrea Bezziccheri (279mila euro), Castello sgr (321mila euro) per il voto sulla ‘Torre Futura’ di via Calvino 11 e oltre 2,5 milioni di euro di fatture da Kryalos sgr per i progetti di via Verziere 11 e via Cavallotti 14. Per il gip c’era “mercimonio della funzione pubblica”.
“Mai “avuto finalità personali” ha commentato Sala che annuncia di essere intenzionato a continuare a “lavorare per Milano, con passione e dedizione”. – scrive ancora La Presse – “Esclusi i gravi indizi – solo per Marinoni – su due delle ipotesi di corruzione e il concorso in quella di Scandurra da parte di Coima: sono i progetti di Kryalos ‘Corti di Bayres-Corti segrete’ e ‘Bastioni di Porta Nuova 19’ con lo studio Lombardini22 da cui ha ricevuto 26.900 euro di parcelle e quella con gli architetti Antonio Citterio e Patricia Viel di ACPV Architects per ‘I Portali di Gina 20’ e ‘Tortona 25’ (12.300 euro). Per il resto l’impianto accusatorio esce rafforzato dalle parole del gip che ha ritenuto fondato il “pericolo di reiterazione” (non l’inquinamento probatorio e il pericolo di fuga) anche dopo la raffica di dimissioni e autosopensioni dagli incarichi.”