
Stellantis, semestre da brividi: perdita netta di oltre 2 miliardi – Effetto Dazi e calo vendite

Nel primo semestre del 2025, il gruppo automobilistico Stellantis ha registrato risultati economici difficili, segnando una perdita netta di 2,3 miliardi di euro su ricavi pari a 74,3 miliardi, secondo i dati preliminari diffusi dalla società. Tra i principali fattori negativi segnalati ci sono l’impatto dei dazi statunitensi, la diminuzione delle consegne (-6%) e l’aumento dei costi industriali.
Calo della produzione e pressione sui conti
Il margine operativo rettificato (AOI) è risultato pari a 0,5 miliardi, mentre il flusso di cassa generato dalle attività industriali è stato negativo per 2,3 miliardi, con un free cash flow industriale in rosso di 3 miliardi. La società ha sottolineato che, in assenza di una guidance finanziaria ufficiale (sospesa dal 30 aprile), le aspettative del mercato si basano sulle previsioni degli analisti, e i dati pubblicati mirano proprio a colmare il divario tra tali stime e la performance reale.
Le ragioni del rallentamento
Stellantis ha attribuito il peggioramento dei risultati a una serie di elementi critici: incremento dei costi produttivi, sfavorevoli variazioni dei cambi, penalizzazioni dovute alla nuova imposizione dei dazi da parte degli Stati Uniti (che hanno inciso per circa 300 milioni di euro) e una riorganizzazione della produzione legata al piano industriale in risposta a queste nuove politiche commerciali.
“Le consegne consolidate a livello mondiale per Stellantis nel secondo trimestre dell’anno sono a quota 1,4 milioni di unit – si legge su Il Sole 24 Ore – ” in calo del 6% sull’anno precedente, «a causa delle pause di produzione legate alle imposizioni dei dazi nordamericani all’inizio del trimestre, oltre a un impatto ridotto, ma negativo, della transizione dei prodotti nell‘Europa allargata, dove diversi importanti modelli sono in fase di accelerazione dopo i recenti lanci, oppure in attesa di avvii di produzione previsti per la seconda metà del 2025» descrive una nota del Gruppo. In Nord America, in particolare, le consegne del secondo trimestre sono diminuite di circa 109mila unità rispetto allo stesso periodo del 2024, con un calo del 25% su base annua, a causa della «riduzione della produzione e delle spedizioni di veicoli importati, maggiormente colpiti dai dazi e delle minori vendite alle flotte aziendali». Le vendite totali sono diminuite del 10% rispetto all’anno precedente, con le vendite al dettaglio negli Usa stabili e con i due marchi più importanti della regione, Jeep® e Ram, «che hanno registrato complessivamente un aumento delle vendite del 13% rispetto all’anno precedente».
Le consegne del secondo trimestre dell’Europa allargata sono diminuite di circa 50mila unità, pari a un calo del 6% rispetto all’anno precedente, «dovuto principalmente a fattori di transizione dei prodotti». I veicoli del segmento B con piattaforma “Smart Car” lanciati di recente, spiega l’azienda, «continuano la salita verso i loro livelli di produzione e i confronti con l’anno precedente sono influenzati dalla pausa della Fiat 500 con motore a combustione interna (“ICE”) in attesa dell’arrivo del suo successore mild-hybrid».