
Torino – “Saremo Capitale Europea della cultura”. Una scommessa da 100 milioni di euro

Torino si candida a diventare Capitale Europea della Cultura per il 2033, e lo fa con un progetto ambizioso dal valore stimato di oltre 100 milioni di euro. Alla guida della candidatura c’è Agostino Riitano, che lavora da un anno dietro le quinte ma ora inizia a raccontare pubblicamente il percorso intrapreso. I punti cardine della proposta sono il libro e l’intelligenza artificiale, due ambiti nei quali Torino eccelle e che la città vuole far emergere su scala internazionale.
Riitano conosce bene questo tipo di sfide: ha infatti contribuito al successo di Matera 2019, quando la città lucana, da luogo marginalizzato, è diventata una destinazione culturale e turistica riconosciuta a livello mondiale. L’obiettivo per Torino è simile: superare l’immagine di città industriale grigia per affermarsi come centro culturale europeo.
Una candidatura in anticipo
Nonostante manchi ancora qualche anno alla selezione ufficiale (la presentazione sarà nel 2027, con la nomina prevista tra la fine del 2027 e l’inizio del 2028), Torino ha deciso di muoversi in anticipo, anche rispetto ad altre città candidate come Norcia e Viterbo. Il lavoro è già iniziato con tavoli strategici insieme ai principali attori del territorio e con le prime iniziative pubbliche.
Un cuore interculturale a Porta Palazzo
Uno dei fulcri del progetto sarà Porta Palazzo, il quartiere più multiculturale della città. Qui, in autunno, inizierà un ciclo di eventi con cadenza quadrimestrale in cui ex Capitali europee della Cultura racconteranno la loro storia e le esperienze maturate. Il tutto sarà accompagnato da mercati e scambi culturali, in un luogo simbolico come l’ex mercato ittico o sotto la storica Tettoia dell’Orologio. Si prevede anche il coinvolgimento di città europee come Rotterdam, che potrebbero “atterrare” simbolicamente a Torino con le proprie tradizioni e progettualità.
Investimenti e impatto economico
Un punto chiave della candidatura è la ricaduta economica e strutturale per la città. Anche se la Commissione europea destina solo un milione di euro ufficiale alla città vincitrice, il vero valore sta nel budget operativo che viene costruito grazie alla sinergia tra fondi comunali, regionali, ministeriali, fondazioni e investitori privati.
Per Matera gli investimenti hanno toccato i 48 milioni, mentre per Chemnitz 2025 (in Germania) si prevedono 91 milioni, di cui 31 per nuove infrastrutture. Torino punta più in alto, con un obiettivo che supera i 100 milioni di euro, anche grazie alla sua dimensione e al potenziale.
Ma non ci sono solo soldi in gioco. Secondo Riitano, i benefici indiretti sono enormi. Per esempio, Matera ha raggiunto nel 2019 un valore di visibilità (OTS) pari a 3,4 miliardi, che tradotto in valore pubblicitario equivarrebbe a 110 milioni di euro. E in termini concreti, il turismo aumenta in media del 20-40%, generando benefici per l’intera economia locale. Inoltre, si creano nuovi poli culturali che restano come patrimonio della città anche dopo l’evento.
Una trasformazione culturale e sociale
Torino punta a una vera e propria rinascita, culturale e urbana, capace di coinvolgere tutta la cittadinanza e di attrarre attenzioni e investimenti da tutta Europa. E anche se la strada è lunga, la macchina organizzativa è già in moto per farsi trovare pronta al momento della decisione finale.