
West Nile Virus, primi casi anche in Canavese: scattano i controlli nelle donazioni di sangue

È allarme nel Torinese per la presenza del virus West Nile. All’inizio di luglio 2025, l’Istituto zooprofilattico del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta ha rilevato tracce del virus in alcuni campioni di zanzare raccolti nei comuni di San Mauro Torinese e Caselle Torinese. La segnalazione ha fatto immediatamente scattare il protocollo di sicurezza, in particolare per quanto riguarda le donazioni di sangue.
Le associazioni di volontari e le strutture trasfusionali hanno attivato test specifici per individuare eventuali casi di infezione nei donatori, in alternativa alla sospensione temporanea di 28 giorni per chi ha soggiornato almeno una notte nelle aree considerate a rischio.
Non è la prima volta che il Piemonte si confronta con il virus. Nel 2022 sei persone sono decedute a causa del West Nile, mentre nel 2023 si è registrato un ulteriore decesso. Un segnale chiaro della presenza endemica del virus, che richiede strategie di sorveglianza sempre più strutturate. Per questo motivo anche il Centro Nazionale Sangue, organismo del Ministero della Salute, ha incluso la provincia di Torino nel piano nazionale di prevenzione, imponendo regole più stringenti sulle donazioni.
Cos’è la febbre West Nile
La malattia è causata da un virus della famiglia Flaviviridae, isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda. Oggi è presente in quasi tutti i continenti: Africa, Asia, Europa, Australia e Americhe. Gli uccelli selvatici sono il serbatoio naturale del virus, mentre le zanzare, in particolare quelle del genere Culex, ne sono i vettori.
La trasmissione all’uomo avviene tramite la puntura di una zanzara infetta. Non è prevista trasmissione interumana diretta. Nella stragrande maggioranza dei casi l’infezione è asintomatica, mentre circa il 20% dei contagiati sviluppa sintomi lievi come febbre, dolori muscolari, mal di testa o eruzioni cutanee. Solo in una percentuale inferiore all’1%, soprattutto tra anziani e soggetti immunocompromessi, può causare forme gravi di encefalite o meningite.
Nessun vaccino, solo prevenzione
Attualmente non esistono vaccini o cure specifiche per il West Nile. L’unica arma resta la prevenzione, attraverso la protezione individuale dalle punture e il monitoraggio continuo delle zanzare e delle zone a rischio. In questo contesto, la collaborazione tra istituzioni sanitarie, enti locali e cittadini è fondamentale per ridurre la diffusione del virus e tutelare le fasce più vulnerabili della popolazione.