
In Europa una persona su 3 non può permettersi neanche una settimana all’anno di vacanza, lontano da casa. I dati

Mentre milioni di cittadini si preparano a partire per il mare, la montagna o qualche capitale europea, i dati diffusi da Eurostat restituiscono un quadro allarmante: oltre un quarto della popolazione dell’Unione Europea (27%) non può permettersi nemmeno una settimana di vacanza all’anno lontano da casa. Un numero che mette in luce la crescente disuguaglianza economica all’interno del continente e una realtà che contrasta con l’immagine della “vecchia Europa” benestante e inclusiva.
Una mappa diseguale
Il dato europeo medio nasconde forti differenze tra gli Stati membri. In Romania, la situazione è particolarmente critica: quasi il 59% dei cittadini non può permettersi una vacanza, seguita da Bulgaria (56%), Grecia (49%) e Ungheria (41%). All’estremo opposto, i paesi con il maggior benessere mostrano numeri decisamente più contenuti: Lussemburgo (9%), Svezia (11%), Paesi Bassi (13%) e Germania (14%).
L’Italia si attesta al 32%, con quasi un terzo della popolazione costretta a rinunciare a una vacanza annuale per ragioni economiche. Una percentuale in crescita rispetto agli anni precedenti e che colpisce soprattutto le famiglie monoreddito, gli anziani, i giovani precari e i lavoratori autonomi con redditi instabili.
Le cause: inflazione, caro energia e redditi stagnanti
Le ragioni di questo fenomeno sono molteplici. In primo piano c’è il persistente caro vita che ha colpito duramente molte famiglie europee. I prezzi dei beni alimentari e dell’energia sono cresciuti rapidamente tra il 2022 e il 2024, con un’inflazione che ha eroso il potere d’acquisto in particolare nei Paesi del Sud e dell’Est Europa.
In parallelo, i salari — soprattutto quelli più bassi — non sono cresciuti al passo con l’aumento dei prezzi, accentuando la frattura tra chi può permettersi una pausa estiva e chi invece è costretto a restare a casa. Il mercato del lavoro, pur in ripresa, offre spesso occupazioni precarie o stagionali, con poche tutele e retribuzioni insufficienti per sostenere spese extra.
Alcuni Paesi, come Francia e Spagna, stanno già valutando politiche di sostegno per le famiglie meno abbienti, tramite voucher vacanza o agevolazioni fiscali per i soggiorni. In Italia, iniziative simili sono state attuate negli anni passati (come il “bonus vacanze” del 2020), ma oggi si chiede un piano strutturale europeo che riduca le disparità e favorisca l’accesso alla vacanza per tutti.